L’atemporalità del classico.
“Il Regno delle Ombre” firmato da Michele di Stefano
L’arte coreutica del Nuovo Balletto di Toscana sarà protagonista dell’appuntamento di venerdì 3 novembre, al Teatro Ferrari di Camposampiero (PD), nell’ambito della dodicesima edizione di Musikè, la rassegna di musica, teatro, danza promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Il Nuovo Balletto di Toscana, compagnia che vanta un rapporto consolidato, tra gli altri, con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice di Venezia e il Teatro Regio di Parma, rivisiterà in chiave contemporanea uno dei pezzi più celebrati dalla danza classica: Il Regno delle Ombre.
Il Nuovo Balletto di Toscana a Musikè con la coreografia di Michele Di Stefano
La coreografia commissionata dal NBDT porta la firma prestigiosa di Michele Di Stefano, Leone d’Argento per l’innovazione alla Biennale di Venezia 2014 e vincitore, nel 2021, del premio Danza&Danza per la miglior produzione italiana.
Il balletto, spesso rappresentato come pezzo a sé stante, è originariamente contenuto nel terzo atto della Bayadère di Marius Petipa, storia di amore, morte e vendetta ambientata in India, su musica del compositore austriaco Léon Minkus, andata in scena per la prima volta il 23 gennaio 1877 a San Pietroburgo.
L’atemporalità del classico: la coreografia del Regno delle Ombre per il Nuovo Balletto di Toscana
Cogliendo l’atemporalità del classico e allontanandosi dall’esotismo, dai bramini e pascià della Bayadère ottocentesca, Di Stefano rilegge l’opera di Petipa,concentrandosi su una visione che esula dal contesto e che si apre al puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale, per restituire all’allucinazione la sua vera natura psichedelica.
Un presente che chiede di essere reinventato con delicatezza e amore
«Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo “Regno delle Ombre” così misteriosamente carico di suggestioni – racconta il coreografo Michele Di Stefano – appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là, ma è un presente che chiede di essere reinventato con delicatezza e passione».
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
sul sito www.rassegnamusike.it
fino ad esaurimento posti
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