È stata prorogata fino a domenica 27 marzo “Messa in scena”, la mostra personale dell’artista padovano Paolo Marcolongo ospitata nelle Salette e nelle teche del Museo Antoniano.
Il pubblico potrà ammirare i vasi in vetro, i gioielli, gli “Astri Terrestri”, le “Geografie di carta” i “riquadri a geometria variabile” e le “Arature” realizzate dopo un lavoro di sperimentazione e ricerca che, unendo tradizione vetraria e arte orafa e utilizzando materiali e tecniche diverse, riesce a dare vita ad opere sempre nuove per stile e concezione.
La ricerca artistica di Paolo Marcolongo
Quella di Paolo Marcolongo è una ricerca artistica che lo ha portato all’ideazione di vasi in vetro, nella realizzazione dei quali l’artista ha impresso al procedimento – che viene realizzato nelle più prestigiose fornaci di Murano, sotto stretta supervisione – una serie di alterazioni rivoluzionarie quali l’intrusione, prima del raffreddamento, di filamenti ferrosi che, incorporati al materiale, conferiscono loro un’insospettata qualità organica capace di articolarsi in versatili inflorescenze vegetali che si mantengono però effimere, poiché comunque imprigionate nelle trasparenti alchimie del vetro.
Vasi e gioielli: le alchimie del vetro di Paolo Marcolongo
Affini ai vasi, sono i gioielli, realizzati anch’essi da un radicale rinnovamento delle possibilità dell’arte vetraria. In occasione della mostra questi oggetti, concepiti dall’artista come minimali operazioni scultoree, sono esposti al Museo Antoniano nel soppalco che ospita le teche dove sono conservati i capolavori dell’oreficeria storica, mostrando come le più moderne creazioni possano abitare con delicata magnificenza gli spazi adibiti per ospitare le più antiche rinnovando la percezione di quei luoghi senza però tradirne lo spirito
L’arte del vetro di Murano agisce in stretta simbiosi con la pratica dell’artista anche nella realizzazione degli “Astri Terrestri”, pietre lunari in cui l’arte della sabbiatura e un massiccio ispessimento dell’involucro hanno conferito opaca e porosa gravezza. Simili ad una colata lavica ormai fossile, rimandano a un enigmatico universo minerale di forme e segni.
Messa in scena: le mille potenzialità formali della carta
La sperimentazione sui materiali ha portato Marcolongo anche a confrontarsi con le mille potenzialità della carta e di sfruttarne tutte le possibilità formali. Nascono da qui le “Geografie di carta” e le “Arature”, dove il materiale perde la sua caratteristica di bidimensionale tabula rasa per acquisire una prospera vitalità formale. La punta che la intarsia, come un vomere, riversa ai bordi eleganti rimasugli di cellulosa da riporto che, a sbalzo, tramutano il foglio in una minuta geografia di crinali e avvallamenti.
Regolando un incisore meccanico in concomitanza ad accuratissime modificazioni di spessori, Paolo Marcolongo ha ultimamente perfezionato una tecnica di lavorazione che permette, sempre intarsiando la carta, la produzione di piccoli riquadri a geometria variabile, ampiamente rappresentati nelle sale della mostra, dove vengono presentati raggruppati in sequenza, il che permette non solo di apprezzare il singolo “pezzo”, ma conferiscono anche all’insieme il carattere d’opera continua caratterizzata da una forte coerenza d’insieme.
La mostra, promossa dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il Museo Antoniano, è realizzata con il contributo di Autoserenissima Jaguar Land Rover, Barco Teatro, EMME Servizi di consulenza e brokeraggio assicurativo, Italchimica, Sanitec.