Giovedì 13 dicembre alle 20.45 allo Studio Teologico della Basilica del Santo, Emanuele Tessari, Presidente Capo e il Collegio di Presidenza della Veneranda Arca di S. Antonio presenteranno i restauri eseguiti in Basilica nel corso dell’anno. Gli interventi saranno accompagnati dagli intermezzi musicali dell’ensemble “Vaga Luna”diretto dal M. Stefano Lovato e accompagnato al pianoforte dal M. Antonio Bortolami. Musiche di Mendelssohn, Vivaldi, Saint-Saëns, Berlinoz e de Brebeuf. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti.
Raccontare i restauri promossi dalla Veneranda Arca del Santo nel corso del 2018 non corre il rischio di essere un elenco messo insieme con il solo filo conduttore della data in cui sono stati eseguiti o della pertinenza cronologica dell’epoca di esecuzione. Il patrimonio culturale della basilica, talvolta di chiara fama e notissimo, altre volte più discosto dai percorsi più noti e quasi da scoprire, costituisce di per sé un insieme coeso che si lega nel comune nome di Antonio di Padova, per via di riverberazioni, di richiami, di intrecci e percorsi condivisi, costituendo infine quel giacimento così vasto, differenziato, di qualità, che proprio grazie ai restauri ci rivela continuamente aspetti e significati sui quali ancora non avevamo avuto occasione di riflessione e di indagine.
Per questo, a chiusura dell’anno 2018, giovedì 13 dicembre alle 20.45 allo Studio Teologico della Basilica del Santo, Emanuele Tessari, Presidente Capo e il Collegio di Presidenza della Veneranda Arca di S. Antonio invitano i cittadini a conoscere i lavori eseguiti al Santo nel corso dell’anno. Un patrimonio di arte e cultura, una storia plurisecolare che merita di essere conosciuto emesso a disposizione della collettività presente e futura.
La storia della basilica del Santo è legata anche alla musica, che per essa è stata prodotta da secoli e che in essa viene eseguita. Gli interventi saranno dunque accompagnati da intermezzi musicali eseguiti dell’ensemble “Vaga Luna”, gruppo corale nato a Padova nel 2009 per la curiosità di scoprire ed eseguire il repertorio, ancora poco frequentato in Italia, sacro e cameristico dell’800 e 900 per voci femminili. L’ensemble, diretto dal M. Stefano Lovato e accompagnato al pianoforte dal M. Antonio Bortolami, eseguirà musiche di Mendelssohn, Vivaldi, Saint-Saëns, Berlinoz e de Brebeuf.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti
I RESTAURI
A marzo 2017 il Collegio di Presidenza inaugurava la serie di restauri con quello, realizzato dalla restauratrice Monica Vial, del Monumento di Giovanni Bonazza a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia. Il lavoro, promosso dall’Associazione Guide Turistiche che di questa donna porta il nome, ha contribuito a creare un rapporto tra la Veneranda Arca e le Guide che continuerà anche in futuro affinché l’illustrazione della basilica sia sempre di qualità, più o meno sintetica, ma allineata sugli studi più qualificati e uniforme nel presentare i monumenti antoniani.
Alla fine del 2017, in occasione dei festeggiamenti per i suoi trent’anni, l’azienda Interchem di Vigonza donava alla Basilica il restauro del Cristo passo nel pilastro dicontrofacciata. Lo studio condotto da Giordano Passarella restituiva la convalida all’attribuzione di Jacopo da Montagnana e una datazione al tempo del pontificato di Sisto IV, papa francescano molto familiare al Santo. È stato subito chiaro anche che questo angolo di basilica costituiva un luogo speciale per i fedeli, in particolare di preghiera per i defunti. Ad angolo con l’affresco sono state infatti rinvenute delle scritte, poco leggibili, che si sono rivelate essere le strofe di una antica implorazione a Gesù Crocifisso, tradizionalmente fatta risalire a papa Gregorio Magno. Questo angolo di basilica, ora ripristinato e illuminato come merita, sta diventando, racconta il personale di sorveglianza della chiesa, anche un punto di riflessione e preghiera personale. E forse il restauro della preghiera – il resturo è un dono che con fine sensibilità un fratello e una sorella regalano alla mamma – che in basso presenta inserita una croce, potrà anche darci la possibilità di indagare più a fondo su un aspetto della vita della basilica ancora da verificare, quello cioè della sua consacrazione.
Hanno rivelato collegamenti prima insospettabili due affreschi del tardo Trecento, dei quali è stato possibile rendere visibili anche le cornici ornamentali. Proprio l’identità delle cornici, insieme ad altre particolarità stilistiche e formali, induce a sospettare la stessa mano, molto vicina a Giusto de’ Menabuoi. Il primo dei due affreschi, nella cappella della Madonna Mora, raffigura un’iconografia veramente rara e speciale per il Trecento, che, per ora, sembra essere esclusiva della basilica. Si tratta del Cristo che si congeda dalla madre, annunciandole, come recita la scritta in versi in volgare, i patimenti che subirà durante la Passione. Il restauro dell’affresco, ad opera di Valentina Piovan è stato sostenuto dal Lions Club Camposampiero.
Più o meno contemporaneamente al Congedo di Cristo dalla madre si è proceduto, grazie alla disponibilità dell’azienda Tecno minuterie, a lavorare su quella che è per tradizione ritenuta la più antica effigie di Sant’Antonio, che si trova ora all’interno del presbiterio, ma che quando fu dipinta sulla facciata est del pilastro nord era al di fuori della recinzione dello stesso e dovette essere molto venerata dai fedeli, perché la parte inferiore è molto più consunta, in quanto toccata, da quella superiore. Il restauro di Valentina Piovan, con il recupero delle cornici trecentesche, ha evidenziato una qualità che incanta. L’immagine, che è stata scelta come emblema e logo della mostra interattiva e immersiva Antonius nei chiostri della basilica, è attualmente allo studio. Si sta cercando infatti di capire chi siano i due fedeli, vestiti allo stesso modo: membri di un gruppo devoto, forse, o di una particolare corporazione.
Nel corso dell’anno, insieme a Love Italy, la Veneranda Arca, grazie al primo crowdfunding posto in essere per la basilica, ha raccolto i fondi per riportare al suo splendore un’ulteriore immagine del Santo, di sapore giottesco, ubicata in una delle nicchie dei pilastri della controfacciata. L’immagine verrà restaurata da Valentina Piovan nei prossimi mesi.
Rimaneva il desiderio da parte dell’attuale Collegio della Veneranda Arca di vedere sistemate tutte e quattro le nicchie, dopo il Cristo passo e il crowdfunding per Antonio. È stata quindi molto importante la collaborazione dell’Associazione musicale MoMùs-More Music che attraverso l’attività concertistica ha destinato i proventi degli spettacoli al recupero delle altredue immagini delle nicchie, eseguito da Giordano Passarella: Santa Lucia, che si è svelata conla particolare iconografia della fiamma, oltre che degli occhi, e San Ludovico di Tolosa, di bella qualità, che fu probabilmente la prima immagine del santo, canonizzato nel 1317, a essere eseguita nella basilica.
Il recupero del sant’Antonio dipinto nel presbiterio ha in qualche modo indirizzato i lavori verso i tanti Antonio della basilica. Monica Vial ha restaurato il portale di accesso alla sacrestia, con la splendida scultura di Giovanni Bonazza, dell’inizio del Settecento, che dobbiamo alla generosità di un donatore che ha scelto l’anonimato. E ancora la stessa restauratrice è intervenuta nel primo monumento che accoglie il visitatore quando entra nel chiostro della magnolia, con la scultura di Francesco Rizzi del 1765.
La prossima primavera, il chiostro della Biblioteca ospiterà una mostra fotografica sui giovani, intitolata La lunga vita. Nuove generazioni: ambizionialla prova, promossa dalla Fondazione Farmafactoring di Milano. In segno di gratitudine la Fondazione ha sostenuto il restauro di una statua di pregio, della fine del Trecento, un tempo situata nella nicchia esterna, sopra la porta centrale d’ingresso, e da lì rimossa perché si stava frantumando. Il restauro, eseguito da Giorgio Socrate, troverà conclusione con il trasferimento della scultura nel Museo Antoniano, dove sarà possibile apprezzarla.
In corso il restauro, da parte di Giorgio Socrate, è anche uno dei tre settori degli affreschi dell’antisacrestia, di un artista dell’inizio del Cinquecento, raffigurante il Miracolo dei pesci, donato dalla Società Calcio Padova e dai suoi tifosi, condividendo l’interesse per questa iconografia, molto rara a Padova, mentre, per esempio, è molto diffusa inPortogallo. La parete affrescata dell’antisacrestia comprende un altro miracolo, quello del bicchiere di Aleardino, che è analogamente in cerca del suo autore e del sostenitore del suo restauro.
La Veneranda Arca intende inoltre intervenire, grazie alla serie di concerti ora in corso organizzati sempre in collaborazionecon Mo-Mus, sul settore centrale che è il vecchio ingresso alla sacrestia, ora murato. La lunetta affrescata recala Madonna più antica della basilica, forse ancora della fine del Duecento, ed è affiancata da san Francesco e sant’Antonio.
Si sta cercando un sostegno economico anche al restauro dell’unica parte rimasta degli affreschi del Quattrocento dell’antica cappella Gattamelata, ora cappella del Santissimo. Le due lunette sora le tombe di Erasmo da Narni, Gattamelata e di suo figlio Giovanni Antonio, potrebbero essere quanto resta della decorazione originaria, anche se lo stato di conservazione oggi non permette una risposta certa.
Lunedì 10 dicembre è stata infine inaugurata la cappella polacca, una delle cappelle radiali che siamo abituati a vedere buie e chiuse. Già alcuni anni orsono la cancellata di Alberto Calligaris era stata restituita al suo prezioso cromatismo, e ora la cappella, i suoi monumenti, i suoi affreschi hanno ripreso vita, rivelandoci una esecuzione spettacolare. Questa cappella e i diversi restauri eseguiti da Barbara Lenart ci dispiegano ora un mondo di Art Nouveau che probabilmente ha a Padova e nella basilica un centro fondamentale. Alle soglie della nostra contemporaneità le cappelle radiali conservano un patrimonio ancora sconosciuto, da disvelare, restaurare, far scoprire, conoscere e studiare.
La cura che la Veneranda Arca dedica a questo enorme patrimonio comprende anche atti istituzionali. Quest’anno ha portato a compimento, con un progetto iniziato con il passato collegio di presidenza, essendo presidente capo Gianni Berno, il riordino dell’archivio e l’allocazione sul web dell’indicizzazione dei materiali, grazie al quale ora l’archivio sta prendendo sempre più vita
La Pontificia Biblioteca Antoniana, chiusa da alcuni anni, lo scorso 24 settembre ha riaperto e il suo materiale, antico e di pregio, è ora disponibile agli studiosi. Si è lavorato con l’Università degli Studi di Padova, affinché non mancasse nel catalogo on-line del polo universitario anche il materiale dellaBiblioteca, la sola, tra le importanti biblioteche padovane, ancora non presenti nell’OPAC universitario. Nel complesso lavoro di sistemazione del prestigioso salone settecentesco e della catalogazione la Veneranda Arca ha avuto il sostegno forte della FondazioneCassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
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Veneranda
Arca di S. Antonio
arcadisantantonio@gmail.comwww.arcadelsanto.org